Ho già parlato di come l'arte interpretò questo cambiamento in America, nel post sulla Pop Art e Andy Warhol; voglio ora mostrare quale fu la reazione degli artisti in Italia.
Naturalmente, bisogna considerare che il nostro Paese, dal punto di vista economico, è una sorta di appendice degli Usa, soprattutto negli anni del dopoguerra, quando gli aiuti americani stimolarono la rinascita della nostra industria.
Uno degli artisti che più si avvicinarono all'ambiente della neonata società dei consumi fu Piero Manzoni.
Piero Manzoni, Achrome (Panini), 1961. |
Una sua frase famosa è:
Nascere, esistere, respirare, pesare, insomma essere.
Piero Manzoni, Merda d'artista, 1961. |
Ritengo che una della sue opere più significative sia Merda d'artista: si tratta di una seri di confezioni simili a quella della carne in scatola, che proprio allora cominciavano a circolare anche in Italia. Ciascuna di esse reca una scritta in più lingue: "Contenuto netto gr.30. Conservata al naturale. Prodotta e inscatolata nel maggio 1961."
Secondo l'intenzione di Manzoni, la scatola doveva essere venduta a un prezzo equivalente a 30 grammi d'oro, per richiamare l'equivalenza tra sterco e denaro; l'artista indirizza il suo atteggiamento irrisorio contro il feticismo del collezionista e contro una mitizzazione romantica dell'opera. In quegli anni il mercato dell'arte prosperava come mai prima, grazie al boom economico, e i mercati sollecitavano continuamente gli artisti a produrre opere connotate da false mitologie, affezionati più alla speculazione che al valore espressivo e culturale della creazione. Questa scatola rappresenta la massima dissacrazione della figura dell'artista, che diventa un prodotto da vendere in scatola, come un oggetto industriale, esattamente come volevano i mercati dell'arte.
Manzoni anticipò così la rivolta contro il consumismo che sarebbe poi arrivata in Italia nei tardi anni Sessanta.
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